martedì 6 dicembre 2011

Cose da internet: un cane e un gatto.

Mio fratello stamattina mi pubblica questa storiella sul profilo FB. Leggo la notifica sul cellulare, apro la bacheca e quasi mi strangolo. Dal ridere. Ho riso da male alle mascelle, la ridarola mi ha quasi uccisa. Ho due cani e due gatti, e questo mi ha fatto ridere ancora di più, perché la descrizione ci ha preso in pieno. Ho cercato  i credits, per capire a chi attribuire la citazione, ma non li ho trovati... Se qualcuno passa di qui e sa di chi è il branetto, mi faccia sapere e aggiornerò la citazione con l'autore.

Ho riso così tanto che mi stavo strangolando con la saliva: senza dubbio i miei gatti avranno pensato che son ritardata.



"Dal diario di un cane:

8:00 - Cibo ! La mia cosa preferita !

9:30 - Un giro in macchina ! La mia cosa preferita !

9:40 - A spasso nel parco ! La mia cosa preferita !
10:30 - Coccole ! La mia cosa preferita !

12:00 - Pranzo ! La mia cosa preferita !

13:00 - Giochi in giardino! La mia cosa preferita !

15:00 - Scondizolo ! La mia cosa preferita !

17:00 - Merenda ! La mia cosa preferita !

19:00 - Si gioca a palla ! La mia cosa preferita !

20:00 - Wow! Guardo la tv con i mamma e papà ! La mia cosa preferita !

23:00 - A nanna nella cuccia ! La mia cosa preferita !





Dal diario di un gatto :


Giorno di prigionia numero 983.


I miei guardiani continuano a prendermi per il culo con dei piccoli oggetti ciondolanti.

L'unica cosa che mi aiuta ad andare avanti è il mio sogno di scappare. Nel tentativo di disgustarli, vomito ancora sul tappeto.

Oggi ho decapitato un topo e ho gettato il corpo senza testa ai loro piedi. Speravo che ciò li terrorizzasse, perchè è la prova di cosa son capace di fare. Comunque, hanno fatto un piccolo commento su che "bravo piccolo cacciatore" io sia. Bastardi.

Oggi son quasi riuscito ad assassinare uno dei miei tormentatori passandogli in mezzo ai piedi mentre camminava. Devo riprovarci domani, però in cima alle scale.

Sono convinto che gli altri prigionieri siano lecchini e spie. Il cane ha sempre dei privilegi speciali. Viene regolarmente rilasciato, e sembra pure che voglia tornare. Ovviamente è un ritardato.

L'uccellino dev'essere un informatore. Lo osservo mentre comunica con le guardie regolarmente. Son sicuro che riferisce ogni mia singola mossa. I miei guardiani l'hanno messo in custodia protettiva in una cella in alto, così è al sicuro, per ora... Vi terrò aggiornati."

sabato 15 ottobre 2011

Auguri Italo



"L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio" Italo Calvino.

Adoro Italo Calvino, come scrittore e come persona, anche se di quest'ultimo aspetto ho ovviamente potuto solo documentarmi in modo indiretto. Calvino ha una parte importante nella mia formazione umana ed intellettuale ed oggi, nell'anniversario della sua nascita, condivido con voi questa sua famosissima citazione, anche rischiando di apparire banale. 

La dedico all'amore mio, con cui condivido ogni giorno grandi e piccoli piaceri che trasformano attimi altrimenti anonimi in momenti di felicità estrema, la dedico ai miei più cari amici, senza i quali non avrei avuto la possibilità di diventare quello che sono, alla mia famiglia, ai professori che mi hanno trasmesso l'amore per la cultura e per il sapere (tutto, dalle scienze alle letterature, TUTTO, nella mia testa, così come nel mio cuore, c'è davvero spazio per tutti) e ai miei adorati pelosi. La dedico anche a te, Italo, anche se può sembrare paradossale, e a tutti gli amici scrittori che mi hanno accompagnato da quando avevo 3 anni, che mi hanno regalato biglietti per viaggi meravigliosi, paurosi, malinconici o divertenti, che mi hanno aperto porte su mondi e psicologie a me ignoti, che mi hanno fatto provare cosa vuol dire sentirsi donna, uomo, o gatto, nell'Inghilterra vittoriana o in un futuro ancora lontanissimo da noi e hanno creato quell'infinita serie di mondi che mi racchiudono come bolle concentriche e in cui salto appena posso.

Senza libri e senza amici (e senza sesso! :P ) la vita non sarebbe degna di essere vissuta.


martedì 4 ottobre 2011

Non ho l'età


Che dire ragazzi. Devo guardare in faccia la nuda e cruda realtà. Non reggo più bene come prima.
Cosa, direte voi? Tutto, rispondo io… Le sbronze, per dirne una, le simpatiche avversità della vita, per dirne un’altra.

Non sono più di gomma: il tempo felice del sorriso ebete e della strenght da pallina rimbalzina, del machissene, sono ormai un ricordo fugace. Non so se ci sia mai veramente stato o se è una pittoresca rielaborazione a posteriori della mia mente, quella di me in slow motion con gli uccellini che cantano e il sole che splende e i pastori che zufolano e le pecore che trombano, ma abbiate pazienza… probabilmente il mio cervello produce un maggiore quantitativo di endorfine (sì, quelle là, quelle pese) per farmi superare le avversità della vita, evitando così che per la disperazione invece che attraversare, resti fissa sulle rotaie del tram e defunga per troppo scoramento.

Da brava vegliarda anonima, vado a condividere con voi le mie traumatiche esperienze.

Una su tutte sabato sera: bel giretto per Torino con il new marito, il mio migliore amico & testimone e una simpatica amica di lui… Cosa chiedere di più? Si parte con una birra, ma piccola. Poi due tequila, poi due vodka lemon, poi un rhum che ci sta sempre, poi un sorso di tamango…
E CIAO. Ho passato la domenica a letto STRA-VOL-TA. Io, che reggevo anche l’idraulico liquido. NO WORDS. Sento i campanellini, sono probabilmente quelli di una corsia di geriatria (degli anni 20 però, voglio le infermiere vintage e le carrozzelle antiche).

Comunque secondo me è stato il sorso di tamango, sia messo agli atti.

Oggi invece altro episodio traumatico: sono andata a lezione, eravamo in un sottotetto che quelli della servitù nei palazzi parigini dell’800 erano spaziosissimi loft. Nello specifico una mansarda che non ha finestre che si possano APRIRE. Capienza stimata: 60 persone (i maroni dell’adele). Studenti presenti: circa  un centinaio. UN CENTINAIO. 

Come prevedibile, davanti alla porta dell’aula, sagacemente chiusa a chiave perchè non si sa mai che gli studenti possano rubare qualcosa (il pennarello per la lavagna magica?), c’eravamo noi tutti accalcati, chi come me era arrivato presto, ha subìto per almeno un quarto d’ora una pressione non indifferente, che evidentemente che quella porta non si aprisse agli ultimi arrivati non gliene fregava una cippa lippa.

Il caldo era inaffrontabile, ci saranno stati almeno 35 gradi, tra calura da sottotetto, mancanza di ossigeno da sovraffollamento e temperatura esterna di 27 gradi… (che poi qualcuno abbia la gentilezza di spiegarmi perché ad Agosto, quando potevo mettere gli shorts, ne facevano 15 e ora che è Ottobre e il mio cervello si rifiuta di prendere in considerazione anche solo l’idea del pinocchietto, potremmo girare in mutande). Ventate di sudore piegano le ginocchia già provate dal resto. E contate che io sono ad altezza ascelle, non è bello.

Caldo, caldo, caldo. Che sia maledetto il quarto d’ora accademico che prolunga questa dannata agonia. Finalmente arriva il prof e riusciamo ad entrare in un locale in cui la temperatura è di almeno 3 o 4 gradi superiore al corridoio.Evviva: la mia pressione crolla sotto i piedi. 


Sono stata schiacciata un quarto d’ora ma fare la sardina ha i suoi vantaggi e riesco ad ottenere un buon posto. Quanto meno è a sedere. L’aria sa già di "umano" e l’ossigeno è finito da un pezzo, altaleno tra la voglia di svenire e il cercare di convincermi che sono un cianobatterio, per trasformarmi in una spora e rotolare via. Sarebbe molto pheeco andarsene, ma ci sono ragazzi ovunque, sopra, sotto, a destra e sinistra. Credetemi: c’era una moquette di studenti, che non sono scappata urlando è perché mi faceva senso l’idea di calpestarli. Il prof zampilla come la fontana di Trevi e la lezione parte.

Come parte la lezione, partono anche due garrule stronzette dietro la mia schiena. E cì cì cì cì cì cì cì cì cì.

E cì cì cì cì cì cì cì cì cì. E cì cì cì cì cì cì cì cì cì. E cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì cì 

Ora… già devo sopportare la mancanza di ossigeno, il caldo tropicale, con tanto di organismi in rapida riproduzione, eravamo tutti boccheggianti, il prof sudava copiosamente, una situazione ai limiti dell’umana sopportazione e tu… Vieni a MANGIARE IL MIO OSSIGENO PER CHIACCHIERARE IN UN’AULA AFFOLLATISSIMA DELLA FESTA E DEL FICO DELL’ERASMUS?!?!?

E il prof mette in internet non solo le slide, ma anche la registrazione della lezione, che se non vuoi frequentare, quando hai slide e registrazione delle lezioni… che vuoi di più?!

Se vuoi parlare del fico dell'erasmus, non puoi farlo comodamente al bar?!

Stato psicologico della Betz:

  • avrei voluto urlare per il caldo, mi sentivo mancare 
  • ho seriamente pensato che sarei morta quando hanno iniziato a spingermi contro una porta PALESEMENTE chiusa a chiave
  • avrei ucciso le due giovinette dietro di me con una sedia trasformata in arma per l’occasione (la lettura di American Psycho ha fatto emergere la serial killer che è in me) 
Come vi dicevo, non sono più la simpatica pallina rimbalzina… Non reggo più le sbronze con la tempra che caratterizza i giovinastri, sono insofferente alle ochette fancazziste…oggi ero a tanto così dal diventare la studentessa che ammazza tutti in un raptus. Non ho più l’età. Il viale del tramonto è vicino, devo appendere le scarpe col tacco al chiodo.






… Col cazzo!

I salubri cambiamenti d'aria


Su wordpress stavo impazzendo. Sapete come si dice no? Finché ce n'è viva il re, quando non ce n'è più viva blogspot!
Facciamo che le presentazioni le andate a leggere di là e poi tornate di qua?
Grazie, molto umani.

Bisous